Le strade di Mario

I ragazzi e la “nuova” scuola on line

di Carlo Noviello

C’è voluto il Covid-19 per far emergere tutte le storture della scuola italiana.

Al di là della endemica situazione strutturale, questa volta abbiamo potuto prendere atto del grosso gap tecnologico tra istituto e istituto, nonché del divario tra studenti, ma anche semplicemente di differenze dettate dall’area geografica di appartenenza. In molte zone d’Italia, infatti, ancora non c’è una linea dati sufficientemente sviluppata, anzi a volte non c’è per niente, perciò risulta molto complicato per gli studenti e i professori di queste zone mettere in campo tutto il necessario per tenere lezioni on line. Allo stesso modo possiamo evidenziare il gap tecnologico nella strumentistica hardware: avremo anche nelle nostre tasche gli smartphone più evoluti ma, contestualmente, questo non corrisponde necessariamente al possesso di strumenti informatici casalinghi atti a poter espletare tutte le funzioni necessarie per la didattica a distanza. Enorme lo sforzo che professori e alunni stanno mettendo in atto per sopperire alle aule vuote e permettere, così, ai propri ragazzi di continuare nello studio, ma inevitabilmente il tutto si scontra con le mancanze di cui sopra.

Altro punto dolente è che tutto ciò che si sta facendo non è assolutamente normato, ma lasciato alla volontà del singolo, professore o studente che sia: non c’è alcun sistema di tracciamento della “presenza”, sia degli uni che degli altri. Tant’è che è di questi giorni la denuncia della UIL della mancanza di più di un milione e mezzo di alunni nell’attività didattica on line.

La speranza è che questa emergenza permetta a chi di dovere di immagine un futuro nuovo anche per la scuola, sia come luogo di accoglimento dei nostri ragazzi, sia come strumento di formazione, che possa crescere e costruirsi una nuova capacità di raggiungere le esigenze di tutti.

In questo scenario abbiamo sentito tutti gli attori protagonisti, forse manca proprio la voce degli alunni. Fateci sapere cosa ne pensate e, soprattutto, cosa cambiereste della scuola: approfittando di questo momento emergenziale, come costruireste la scuola del dopo Covid-19?

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