Le strade di Mario

Emergency in Campania: la parola ai volontari di Napoli del Progetto “Nessuno Escluso”

Di Carlo Noviello

Dopo avervi raccontato la nascita del progetto Nessuno Escluso di Emergency, come risposta all’emergenza sanitaria da covid19 e in particolare di quello che ha preso il via nella città di Napoli, come già annunciato vogliamo farvi ascoltare la voce di chi è lì in questo momento. Di chi si è messo in gioco, di chi ha capito che bisogna darsi da fare, sempre.

Peppino Fiordelisi, coordinatore campano di Emergency e responsabile del progetto napoletano, che ormai possiamo definire un nostro amico, ci presenta Ivana Zingone, volontaria del Gruppo Emergency Napoli, che è diventata responsabile del Gruppo Anagrafica insieme a Gaia Pisani.
Ci racconta Peppino: “il Gruppo Anagrafica provvede a prendere contatti con le persone che vengono segnalate o che contattano loro stesse il presidio. Attraverso uno specifico questionario, si provvede a selezionarle e a decidere, di conseguenza, se prenderle in carico. Com’è facile immaginare è un compito difficile, molto difficile, perché ascoltare le storie di persone che non conosci e che si aprono con te ti travolge, ti sconvolge.”

Ivana ha voluto raccontarci la sua esperienza e noi la riportiamo così come lei l’ha vissuta, l’ha sentita e l’ha scritta. Eccola:

Dignità: “Rispetto che l’uomo, conscio del proprio valore sul piano morale, deve sentire nei confronti di se stesso e tradurre in un comportamento e in un contegno adeguati.” Questo recita il dizionario.
Strano rendersi conto, a trentaquattro anni che, le parole di cui non conosciamo il significato, sono davvero molte. Certo la parola dignità l’ho usata, più volte, in più occasioni eppure solo in questi giorni ne ho davvero sentito il sapore, apprezzato il rumore. È una parola importante, molto importante, complicata, che ho sentito utilizzare molto spesso, forse troppo spesso.
Chi sono io? Cosa faccio io? Dove sto andando? Queste sono domande che prima o poi nella vita tutti ci poniamo. Ma siamo abbastanza onesti da darci la risposta vera? Ci ho provato: Chi sono io? “Una mamma”. Cosa faccio io? “La volontaria di Emergency”. Dove sto andando io? “A scavare nelle miserie di un popolo che senza volerlo mi sta insegnando il significato della parola dignità.”
“Ciao Vincenzo, volevo parlare un po’ con te”
“Ditemi signò…”
“Come va?”
“Eh, insomma signò… sto covìd non ce vulev proprio… io prima arrangiav nu poc’ a ca’ nu poc’ a là… signò scusat io poi nun sacc’ parlà bbuon!”
“Tranquillo Vincè, song pure io e’ ca’ …”
“E comunque signò non vi nego che io campo solo grazie a signora e rimpett ca me fa magnà”
“Ah Vincenzo, mi dispiace davvero tanto, ora cerchiamo di darti una mano.”
“No signò, lasciate stà!”
“E perché Vincè?”
“Perché io teng a signora e rimpett e tanto m’abbast’. Aiutat a chi sta solo.”
Questa è solo una parte di quello che ci siamo detti. A Vincenzo è venuta voglia di raccontarmi tutta la sua vita ed io, come spesso sta capitando, ho cercato di dargli ascolto, perché come tante altre persone con cui sto parlando aveva tanto bisogno di condividere le sue paure e le sue ansie. Vincenzo la società lo individuerebbe tra gli ultimi, ma con la sua rinuncia a me ha insegnato tanto, tantissimo e mi ha dato la forza di andare avanti in ciò che sto facendo.
Sapevo, dall’inizio, che sarebbe stata dura ascoltare le storie di chi la pandemia sta piano piano trascinando nel baratro della povertà, dell’incertezza, della fame e ne ho avuto subito conferma. Una fotografia nitida della situazione attuale!
Ho potuto vedere realmente cosa sono dignità, onestà e forza d’animo.
Madri sole con i figli piccoli, donne di un’età avanzata che non vengono più chiamate a lavorare, anziani soli che, se possibile, ora sono ancora più soli, padri che si trovano a dover scegliere se comprare un paio di scarpe ai figli o pagare una bolletta.
Non so quante, tra le persone con cui ho parlato, riusciremo ad aiutare, ma ho una certezza: tutti andranno avanti a prescindere, a testa alta, ad insegnare a tutti cos’è veramente la dignità.

E noi ti ringraziamo Ivana, per averci voluto lasciare questa testimonianza diretta di questa bella parola – dignità – che hai più volte sottolineato e che spesso contraddistingue la vera povertà. Quella materiale ma non morale, quella che spinge gli ultimi a rivolgersi a voi anche solo per una parola di conforto, o addirittura per segnalarvi chi sta peggio di lui.
I pacchi che distribuite non contengono solo il giusto e necessario sostentamento per chi ne beneficerà, ma rappresentano con la loro perfezione geometrica il giusto contenitore dell’amore e della passione che tu e i tuoi colleghi potete donare.

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