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Unioni civili e maternità surrogata, polemiche tra governo e opposizioni

di Antonio Zito

In Italia sono possibili le unioni civili tra persone dello stesso sesso ma non il riconoscimento di eventuali figli dichiarati dalle coppie. La legge sulle unioni civili approvata dai governi precedenti rimane ma per il governo di Giorgia Meloni tali coppie non potranno trascrivere i propri figli nei comuni di residenza. Le forze politiche di opposizione si sono schierate contro le decisioni del governo con manifestazioni di piazza, e sui mass-media c’è un’attività intensa di dibattiti e interviste a esponenti del governo. Ieri 19 marzo su Rai tre c’è stata l’intervista alla ministra della famiglia Roccella che ha detto che il governo difende le sue decisioni perchè contrario a una mercificazione delle nascite che avverrebbe a suo dire con la liberalizzazione alle coppie gay della adozione di eventuali figli. Le ha fatto eco il presidente della commissione cultura della camera appartenente a Fratelli D’Italia che ha affermato che tale atto sarebbe più grave della pedofilia, durante un’intervista su la Sette. Per il ministro Roccella anche il cosiddetto “utero in affitto” è pericoloso per la potenziale mercificazione della nascita che oltre tutto costerebbe in Italia circa 100mila euro a bambino, di cui alla partoriente arriverebbero sia pure 15 o 20mila euro. Questo dibattito civile è aperto in tutto il mondo, nè è un’esempio la diversità di comportamento in queste situazioni nei vari stati americani dove pure queste leggi sono contestate dai vari gruppi politici e religiosi.
Fratelli D’Italia come già prima la Destra nazionale si è sempre schierata per i valori di una famiglia tradizionale e la destra al governo non si è smentita.

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