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Russia: morto in carcere a 47 anni Navalny, era il principale oppositore di Putin

di LUCA BOFFA

Morto in carcere a soli 47 anni il dissidente politico Alexey Navalny, grande nemico di Putin e rinchiuso in una colonia penale nell’area artica di Yamalo-Nenets tra freddo e condizioni estreme. Vissuto fuori dalla Russia per anni è tornato nel paese in questione pur rischiando la vita in quanto dissidente politico contrario al regime di Putin. Navalny è morto ufficialmente dopo un malore contratto in una passeggiata nell’ora d’aria in prigione, il suo decesso sarà comunque oggetto di indagine da parte del governo russo.

Per molti, Putin con il suo regime sta sfoggiando metodi da epoca staliniana e sovietica in genere e il caso del dissidente politico in questione non fa eccezione per molti versi. Da notare che Putin è ufficialmente di destra ma persegue specie in politica estera una condotta di tipo sovietico specie in fatto di rivalità con gli USA e i paesi aderenti alla NATO.

Ricordiamo che anche la Cina usa metodi del genere per i suoi dissidenti politici, per leggi cinesi i dissidenti sono condannati di solito a 4 anni di carcere duro, è anche il caso di una blogger cinese rinchiusa per aver criticato gli eccessi anti covid del governo.

Per tornare alla questione Navalny l’Unione Europea ha criticato la sua condizione carceraria come una violazione dei diritti umani e una violazione del concetto di democrazia, Charles Michel il presidente del consiglio europeo, ha ricordato la sua morte in un messaggio su Twitter.

In conclusione, è da ritenere che la Russia difficilmente diventerà democratica in quanto se si studia la secolare storia sovietica c’è la pesante eredità della cultura mongola-medievale dovuta all’invasione mongola e successivamente zarista che ha portato a governi assoluti tipo quello di Stalin in epoca sovietica.

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