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Mafia, 30 anni fa l’anatema di Papa Giovanni Paolo II: “Convertitevi!”

di LUCA BOFFA

Domani 9 maggio si ricorda quel 9 maggio del 1993 in cui Papa Giovanni Paolo II si scagliò contro la mafia in una predicazione nel suo viaggio in Sicilia fatto in quell’anno. Celebre la sua frase: “Convertitevi! Un giorno verrà il giudizio di Dio”, urlata con vigore nella Valle dei Templi ad Agrigento. Quasi un anno prima, ci fu, la strage di Capaci che scioccò l’Italia e il mondo interi.

Il bello è che a dirlo non era un papa italiano ma un papa polacco reduce dei drammi del Novecento come l’occupazione nazista della sua Polonia e il successivo regime comunista polacco, quindi era un papa che era un reduce di due mentalità prepotenti quanto la Mafia in Sicilia e le altre mafie del sud Italia.

Vorrei ricordare che il 3 maggio si commemorano i giornalisti vittime del terrorismo e delle mafie italiane e noi di Paperboy abbiamo commemorato anzi celebrato Giancarlo Siani, il giornalista ucciso dalla Camorra nel 1985 il 23 settembre mentre andava al concerto di Vasco Rossi, con un murales, un convegno e un numero speciale cartaceo della nostra rivista. Oltre a lui vorrei ricordare Rosario Livatino ovvero il magistrato ribattezzato il “giudice ragazzino”, ucciso dalla mafia beatificato sotto Papa Francesco in una messa solenne, il 3 maggio è la giornata della libertà di stampa voluta dall’ONU e sull’onda di questa giornata si è deciso in Italia di ricordare i giornalisti uccisi da mafia e terrorismo.

Il 23 maggio invece si commemora l’attentato mafioso noto come Strage di Capaci in cui a perire furono oltre al giudice Giovanni Falcone, e la moglie Francesca Morvillo, anch’essa magistrato, anche gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, oltre ad altre 23 persone ferite, ed è per questo che proprio il 23 maggio è stata indetta la Giornata della Legalità. Per tornare in argomento solo un papa reduce dai drammi del novecento come nazismo e comunismo poteva denunciare un dramma italiano come le mafie al sud. Considerando l’anatema del Papa, la giornata della libertà di stampa e della memoria dei giornalisti uccisi, e la strage di Capaci, si può dire che l’intero mese di maggio può essere dedicato alle vittime e al ricordo. Dimenticare non si può, e non si deve, mai.

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