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“IL NOSTALGICO” ricorda Giulio Andreotti

A CURA DI ANTONIO RAIMONDI

Oggi su Paperboy per “Il Nostalgico”, rammentiamo la nascita oggi nel 1919, di una delle massime figure della politica dell’Italia repubblicana, tanto discussa e piena di misteri.

Giulio Andreotti
(Roma, 14 gennaio 1919 – Roma, 6 maggio 2013),
politico, scrittore e giornalista italiano.
È stato tra i principali esponenti della Democrazia Cristiana, partito protagonista della vita politica italiana per gran parte della seconda metà del XX secolo.

Ha partecipato a dieci elezioni politiche nazionali:
è stato
il candidato con il maggior numero di preferenze in Italia in quattro occasioni (nel 1958, nel 1972, nel 1979 e nel 1987)
e il secondo nelle altre sei (nel 1948 e nel 1953, dietro Alcide De Gasperi; nel 1963 e nel 1968, dietro Aldo Moro; nel 1976 e nel 1983, dietro Enrico Berlinguer).
Infine, nel 1991 è stato nominato senatore a vita dal Presidente della Repubblica Francesco Cossiga.
Dal 1945 al 2013 fu quindi sempre presente nelle assemblee legislative italiane:
dalla Consulta nazionale all’Assemblea costituente, e poi nel Parlamento italiano dal 1948, come deputato fino al 1991 e successivamente come senatore a vita.

Andreotti è stato il politico con il maggior numero di incarichi governativi nella storia della repubblica.
Fu infatti:
7 volte presidente del Consiglio (per un totale di 2652 giorni, ossia 7 anni, 3 mesi e 7 giorni) e per 32 volte Ministro della Repubblica considerando anche gli incarichi ad interim:
8 volte Ministro della difesa;
5 volte Ministro degli affari esteri;
3 volte Ministro delle partecipazioni statali (tutte ad interim);
3 volte Ministro del bilancio e della programmazione economica (una volta ad interim);
3 volte Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato;
2 volte Ministro delle finanze;
2 volte Ministro dell’interno (il più giovane della storia repubblicana) a soli trentacinque anni, mentre la seconda volta lo fu ad interim nel suo 4º governo;
2 volte Ministro per i beni culturali e ambientali (ad interim);
2 volte Ministro per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno (nei governi Moro IV e Moro V);
1 volta Ministro del tesoro;
1 volta Ministro delle politiche comunitarie (ad interim).
Nella storia della Repubblica Italiana Andreotti è il secondo Presidente del Consiglio per numero di giorni in carica, superato solo da Silvio Berlusconi.

A cavallo tra gli anni ’90 e 2000 fu imputato in un processo per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso.
Fu assolto in primo grado dal Tribunale di Palermo.
La Corte d’appello di Palermo, con sentenza del 2 maggio 2003, dichiarò commessi ma prescritti i reati anteriori alla primavera del 1980 mentre, dopo quella data e anche come conseguenza dell’assassinio del governatore democristiano della Sicilia Piersanti Mattarella, mutò atteggiamento e portò avanti un “incisivo impegno antimafia condotto nella sede sua propria dell’attività politica”.
La Cassazione, infine, confermò la sentenza di appello condannando Andreotti al pagamento delle spese processuali.

È stato sposato dal 1945 al 2013 (anno della sua morte) con Livia Danese (1921-2015), da cui ha avuto quattro figli:
Marilena (1946),
Lamberto (1950),
Stefano (1952)
e Serena (1954).
Nel luglio 2007 ha donato l’archivio personale (incrementandone poi la dotazione documentaria fino alla scomparsa) all’Istituto Luigi Sturzo.

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