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La Tomba del Tuffatore 2.0, un murale contro l’inquinamento

di ALESSIA FUCCIA

Un manufatto dell’Antica Grecia usato nell’intento di combattere l’inquinamento e lanciare un messaggio di forte impatto sociale, è questa la missione di Stefano Santoro in arte McNenya, writer e artista di 35 anni che ha dipinto su un muro in Via Vinciprova a Salerno.

Il dipinto rappresenta un uomo intento a tuffarsi in un mare pieno di rifiuti: tra sacchetti di immondizia e bottiglie che galleggiano, un tubo che riversa in acqua scarichi tossici con una tartaruga in basso a destra che sembra quasi voler uscire dal murale nel tentativo di scappare da tanto inquinamento per andare alla ricerca di salvezza.

L’idea è nata un anno fa, McNenya già collaborava per spirito sociale con i ragazzi del gruppo di Greenpeace di Salerno e ha partecipato ad una serie di eventi al museo archeologico di Paestum. L’artista dipinge con bombolette spray e colpi di pennello, nei lavori del writer originario di Baronissi, troviamo il il murales sulle Fonderie Pisano a Pellezzano. Nei mesi scorsi ha dipinto alcuni muri nei pressi dell’Ikea durante il lockdown; dopo una lunga partecipazione ad eventi tra Lombardia e Toscana, Stefano Santoro è ritornato nella sua città di origine a Baronissi, dove sogna di inaugurare un laboratorio artistico. Ha fatto il giro del mondo; i genitori ricordano che da bambino aveva sempre colori e pennarelli in mano, il primo murales l’ha disegnato quando aveva 12 anni. Nel frattempo in città è già scattata la corsa per andare ad osservare dal vivo la Tomba del Tuffatore 2.0.

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