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Storia: 25 aprile, la Festa della Liberazione

di MATTEO VICINANZA

Oggi 25 Aprile 2020, si festeggia il 75° anniversario della Liberazione dell’Italia dalla guerra e dal fascismo da parte delle forze armate che si erano alleate con l’Italia insieme all’esercito Italiano ed alle forze partigiane che combatterono durante la seconda guerra mondiale fino ad arrivare all’8 settembre del 1943 mettendo fine all’occupazione del governo fascista della Repubblica Sociale Italiana.

Il 25 Aprile 1945 è un giorno molto importante per l’Italia perché viene festeggiato come giorno simbolico in cui si ricorda la liberazione dell’intero territorio Italiano dalla dittatura e dall’occupazione fascista. La liberazione mise fine a vent’anni di dittatura fascista e a cinque anni di combattimento della guerra. La data del 25 Aprile rappresenta simbolicamente il termine della resistenza della fase militare e l’effettivo inizio di una forma di governo che condurrà i rappresentanti verso il referendum del 2 Giugno 1946 con il quale sarà decisa la scelta tra la Monarchia e la Repubblica fino ad arrivare alla nascita della Repubblica Italiana ed alla stesura della Costituzione.

Il 25 aprile 1945 è il giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) – il cui comando aveva sede a Milano ed era presieduto da Alfredo Pizzoni, Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valiani – proclamò l’insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, indicando a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia facenti parte del Corpo Volontari della Libertà di attaccare i presidi fascisti e tedeschi imponendo la resa, e stabilendo tra le altre cose la condanna a morte per tutti i gerarchi fascisti, incluso Benito Mussolini, che sarebbe stato raggiunto e fucilato tre giorni dopo.

«Arrendersi o perire!» fu la parola d’ordine intimata dai partigiani quel giorno e in quelli immediatamente successivi.

La fine della guerra su tutto il territorio Italiano si ebbe il 3 maggio grazie alla consegna delle forze armate nazifasciste all’esercito Americano alleato con l’Italia, come venne formalmente stabilito dai rappresentanti delle forze scese in campo durante la resa della città di Caserta che venne firmata il 29 aprile 1945.

Queste due date così importanti segnano per l’Italia e per tutti gli Italiani la fine del ventennio fascista. La festa Nazionale del 25 aprile nasce grazie alla proposta che il Presidente della Repubblica Alcide De Gasperi rivolse al Re Umberto Secondo che era il Principe e il luogotenente del Regno d’Italia, il 22 aprile 1946 che emanò il decreto legislativo luogotenenziale che decretava che la ricorrenza Nazionale venisse celebrata nei successivi anni ma il 27 maggio 1949 la ricorrenza Nazionale venne istituita con stabilità come festa Nazionale. Dal 27 maggio del 1949 annualmente in tutte le città Italiane specialmente le città che hanno ricevuto la decorazione al valor militare per aver combattuto la guerra di liberazione. Nelle piazze delle più importanti città Italiane vengono istituite manifestazioni pubbliche per ricordare il 25 aprile del 1945 come l’anniversario della liberazione dell’Italia dalla fine della guerra, del governo e dell’occupazione dei fascisti.

Il Programma delle celebrazioni e degli eventi civili e militari del 25 aprile vende il solenne omaggio da parte del Presidente della Repubblica e delle massime cariche istituzionali e militari di una corona d’alloro all’altare della patria ed alla tomba del milite ignoto e la deposizione di un’altra corona d’alloro in memoria dei caduti e dei dispersi Italiani che hanno combattuto e perso la vita in tutte le guerre combattute dall’Esercito Italiano contro il governo e l’occupazione del territorio Italiano da parte dei fascisti. La ricorrenza del 25 aprile è una ricorrenza che è diventata parte integrante ed essenziale della Storia Italiana, secondo una frase di Enzo Biagi, che ricordando il 25 aprile ci vuole dire che per questo motivo oggi tutti noi cittadini Italiani possiamo sentirci liberi. Biagi afferma però che “la resistenza non è mai finita”.

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