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Salerno, la protesta dei trattori arriva in città: oltre cento mezzi in corteo

di LUCA BOFFA

La protesta dei trattori arriva a Salerno tra clacson dei mezzi agricoli, circa un centinaio, e slogan politici a favore dell’agricoltura italiana. Tale protesta, portata avanti dagli agricoltori, investe tutta Europa ed è contro i decreti europei ovvero dell’Unione Europea per diminuire l’agricoltura per ridurre i gas serra da essa prodotti e ciò rischia di far perdere lavoro al mondo agricolo europeo, in certe zone europee come in Lituania si parla addirittura di distruggere zone di campagna per ricreare gli antichi ambienti naturali locali.

Tornando alla nostra Salerno c’è stata una lotta tra il presidenti di Coldiretti Ettore Bellelli e gli agricoltori del Salernitano per il fatto che Coldiretti non condivide questa protesta ritenendola inutile e dannosa, in ogni caso, questi agricoltori stanno lottando per un loro diritto ovvero quello di fare il loro mestiere lavorando i terreni.

Parlando del difficile rapporto tra ecologia e agricoltura bisogna notare che in Europa i nostri boschi non sono ambienti naturali al cento per cento, infatti, i boschi europei sono posti naturali influenzati da millenni di agricoltura o più in generale ambienti plasmati da molti millenni di contatti con gli esseri umani.

Per tornare in tema al livello locale la protesta agricola in questione ha intasato intorno a mezzogiorno il traffico nella nostra città per via della presenza di trattori enormi che hanno rallentato appunto la circolazione di altri mezzi, trattori si sono fermati poi a Piazza della Concordia per continuare a protestare per il loro diritto ai terreni. Il corteo, arrivato dalla Piana del Sele intorno a metà mattinata, è andato avanti fino al primo pomeriggio, quando i mezzi hanno lasciato il centro cittadino per far ritorno verso le rispettive destinazioni.

Per finire questa protesta sta assumendo dimensioni enormi e pare giusto in quanto si tratta ad avviso di molti di un errore dell’Unione Europea fare questi decreti proprio per il fatto che rischiano di privare del diritto al lavoro una categoria importante come quella agricola.

 

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