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Attentato di Via Rasella e la storia: polemiche per la parole del presidente del Senato La Russa

di Antonio Zito

Il 23 marzo è stato l’anniversario dell’attentato a via Rasella a Roma dove nel 1944 persero la vita 33 soldati tedeschi, a seguito di ciò ci fu per rappresaglia il massacro delle fosse Ardeatine in cui morirono 335 persone prigioniere. Durante gli accordi di Ginevra prima della guerra in questione tra le nazioni che avrebbero partecipato al conflitto fu sancito il diritto di rappresaglia delle forze di occupazione rispetto agli occupati. Per la precisione fu deciso che in caso di stragi per ogni soldato ucciso se ne potevano uccidere 10 tra i prigionieri, e infatti il rapporto tra 33 e 335 ne rivela 5 di più, per i quali fu incarcerato l’ufficiale tedesco Kappler dopo la fine della guerra.

Il Presidente del Senato Ignazio La Russa proveniente dal MSI il cui segretario aveva giurato fedeltà alla Repubblica di Salò sembra voler nelle interviste concesse alla stampa sia pure con rispetto della verità storica interpretare quegli eventi in modo più neutrale rispetto al passato e viene criticato dalle opposizioni, soprattutto dal PD e dall’ANPI, perchè non fedele allo spirito del 25 aprile. Non è La Russa cosÏ come la Presidente del Consiglio che ha condannato in altre occasioni il massacro degli ebrei durante la Shoa e vuole interpretare queste ricorrenze in modo più autonomo senza perdere la faccia rispetto al passato in cui ha sempre avuto posizioni vicine al fascismo. Possiamo credere che forse per lui “Parigi val bene una messa”, sembra proprio di no.

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