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RITRATTI: Maurizio Costanzo e la rivoluzione della comunicazione…

di ALESSIA TROVATO

Era il 1988, avevo quattro anni, ero poco più che una bambina quando ascoltai per la prima volta quell’annuncio” dal teatro Parioli di Roma il Maurizio Costanzo Show”. Quell’uomo buono, discreto, garbato ed elegante entrava in punta di piedi non solo in casa mia ma in quelle di tanti connazionali desiderosi di ascoltare la parola come unico elemento caratterizzante della trasmissione. Come ha raccontato lui stesso in un’intervista rilasciata lo scorso anno nel corso della trasmissione condotta da Fabio Fazio, riferendosi proprio al successo del salotto più longevo della storia televisiva, ha affermato:” devo ringraziare il dottor Silvio Berlusconi, perché, prima ha comprato Rete 4 e mi chiese se volevo condurre questo programma, successivamente acquistò anche Canale 5 ed io accettai di rimanere alla conduzione. Per cui esprimerò per sempre la mia più profonda gratitudine. ” Il Teatro Parioli ,un luogo simbolo per tanti giovani artisti poco conosciuti fino a quel momento. Ma, subito dopo la partecipazione al suddetto teatro, che può considerarsi un vero e proprio “trampolino di lancio”, per attori e non solo la visibilità era assicurata, gli stessi hanno segnato la storia televisiva , musicale e teatrale della nostra nazione, da: Enzo Iacchetti a Giobbe Covatta a Ricky, Memphis, Alex Britti solo per citarne alcuni. “Ho avuto più di 45.000 ospiti ha ammesso il conduttore e giornalista”. Un excursus intenso quello di Costanzo che esordì nel 56 a 18 anni come cronista in un noto giornale Romano” Paese Sera’, diretto da un altro esponente di spicco della carta stampata, Indro Montanelli che gli attributi un appellativo molto particolare… infatti lo chiamava erroneamente (Constanzino). Successivamente fu contattato dal Corriere Mercantile di Genova, proprio mentre lavora per la suddetta testata, incontra in un cabaret un aspirante attore comico in cerca di notorietà, Paolo Villaggio. Pochi anni più tardi, diventerà co-ideatore di uno dei personaggi più celebri che l’attore genovese ha interpretato: il ragioniere Giandomenico Fracchia, il quale ha entusiasmato intere generazioni.
In seguito divenne caporedattore del settimanale  Grazia e poi anche per il settimanale TV Sorrisi e Canzoni dove ebbe il privilegio di intervistare: il principe della Commedia all’italiana Antonio de Curtis meglio conosciuto come Totò. Intellettuale intelligente e astuto e all’avanguardia si cimentò nella stesura di molteplici opere teatrali, ottenendo discreti risultati. Indimenticabile paroliere ed inguaribile romantico, Costanzo in coppia con Ghigo de Chiara compone un testo simbolo dell’amore fugace “Se Telefonando”, brano del 1966 che descrive con delicatezza un” rapporto occasionale “tra due giovani che si sono incontrati in modo fortuito. Stupendo l’arrangiamento e la melodia entrambe affidate all’estro geniale del panorama musicale sia nazionale che internazionale che considerava la musica come una stupenda opera d’arte: il maestro Ennio Morricone, pluripremiato con numerosi riconoscimenti. Ricordiamo la candidatura all’Oscar per la migliore colonna sonora del film Nuovo Cinema Paradiso. Secondo alcune indiscrezioni per scrivere l’inciso della Canzone interpretata dall’ affascinante Mina, si ispirò alle sirene della gendarmerie francese. Un’altra curiosità , relativa al testo, Maurizio Costanzo dovette cambiare un verso della canzone perché era considerato scandaloso per il periodo. Il suddetto pezzo venne scelto anche come sigla d’apertura della trasmissione “Aria condizionata”.

Forse non tutti sanno che, il noto conduttore e giornalista romano non scriverà solo per la ” Tigre di Cremona ‘ “” collaborerà anche alla stesura di brani altrettanto celebri , interpretati da artisti che impreziosiscono il panorama musicale della nostra nazione: Marcella Bella, Mario Lavezzi, Toto Cutugno ed Alex Britti.

La svolta nel 1976, quando il programma “ Bontà loro “ ,venne trasmesso per tenere compagnia a milioni di italiani, il primo esempio di talk show, nel momento in cui il fascino della televisione in bianco e nero teneva incollati al piccolo schermo un pubblico variegato. Alla professione giornalistica, ha affiancato una carriera letteraria proficua, numerosi i romanzi in cui racconta se stesso e le mille sfaccettature del nostro Stato. Nel 2018, pubblica “ Il tritolo e le rose. I miei memorabili anni Novanta “. Nel libro , racconta gli anni bui della sua vita e gli eventi che lo hanno segnato profondamente come ad esempio l’attentato che lo vide protagonista suo malgrado insieme alla moglie Maria De Filippi, e dal quale ne uscirono illesi solo per una pura casualità. Nonostante l’attentato , il suo impegno contro la mafia non si è mai interrotto continuando a denunciare ed ad ospitare nel suo programma esponenti della magistratura nella lotta contro la mafia.

All’interno del testo, vengono descritti anche gli anni trascorsi al “ Maurizio Costanzo show” con gli ospiti, e descrive con particolare tenerezza l’ amore per sua moglie che definirà la donna più importante della sua vita, la donna nella cui mano avrebbe voluto lasciare questa terra. Episodio, purtroppo, avvenuto lo scorso 24 Febbraio in una clinica romana a seguito di complicanze legate a l’ultimo intervento chirurgico subito. Era nato a Roma il 28 Agosto 1938. La Chiesa degli artisti lo ha accolto insieme ad una folla gremita per salutarlo per l’ultima volta, il conduttore romano considerato da molti un padre, un amico di famiglia ricordato da personaggi famosi e non. Sia nei giorni precedenti che durante la cerimonia, l’affetto la compostezza ed il garbo dei familiari del “ Signor Sipario “ hanno prevalso sull’aspetto mediatico. La tenerezza che abbiamo notato sul volto della moglie, nel momento in cui il Sacerdote durante l’omelia ha ricordato la passione di Costanzo per il cioccolato, strappando un dolce sorriso. Vorrei concludere questo mio ritratto ringraziando Maurizio Costanzo in quanto come già detto, sin dall’età di quattro anni mi ha aiutato ad ampliare la mia visione del mondo e della vita. Mi piace ricordare una sua frase che condivido pienamente:

«Una volta l’onestà era il minimo che si richiedesse ad un individuo. Oggi è un optional»

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