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Neonato morto durante l’allattamento, la denuncia della madre: “Ho chiesto aiuto per tre giorni”

di FRANCESCA CITRO E GRAZIANO CONCILIO

LA MAMMA DEL NEONATO MORTO AL PERTINI:

“HO CHIESTO AIUTO PER TRE NOTTI DI SEGUITO MA NON MI HANNO ASCOLTATA”.

La procura indaga (per ora) contro ignoti per omicidio colposo. La trentenne: “Mi hanno svegliata nel cuore della notte e portata in una stanza per dirmi che era deceduto ma non mi hanno spiegato come era successo.”

“E’ come se fosse accaduto ieri. Ancora sto mettendo in ordine quello che ho passato in quei giorni. Pretendo che sia fatta giustizia sulla morte del mio bambino.” La tragedia è avvenuta all’ospedale Sandro Pertini, la mamma non riesce a pronunciare più di tre parole senza che le lacrime le impediscano di andare oltre.

Un misto di rabbia e dolore accompagna la giovane donna che abita con la famiglia alle porte di Roma mentre la magistratura e la polizia indagano per individuare eventuali responsabilità della struttura sanitaria nel decesso per soffocamento del bimbo. Il 5 gennaio, dopo diciassette ore di travaglio, la mamma per due notti è riuscita a fatica, a tenere il bambino vicino, era stremata ha chiesto aiuto alle infermiere ma le è stato negato.

Il bambino era in piena salute, pesava più di tre chili, le infermiere hanno dato alcune informazioni su come allattarlo ma la mamma aveva anche una flebo al braccio e si muoveva con difficoltà. Complice la stanchezza è poi crollata e dopo è stata svegliata nel cuore della notte e si è resa conto che il bambino non era più con lei. Di quella notte, da quel momento in poi, la mamma non ricorda nulla; ha firmato le dimissioni due giorni dopo. Ora pretende giustizia.

Come è possibile che ad una mamma esausta sia stato negato un aiuto?

Ancora una volta siamo difronte ad un caso di mala sanità sempre ai danni di donne e bambini.

È impensabile come in una società tanto evoluta come quella in cui viviamo ad oggi ancora si sentano queste storie. Si parla ed a quanto pare forse poco, di mala sanità.I cittadini non si sentono al sicuro proprio in ambienti dove invece dovrebbero stare tranquilli il più possibile.

La mamma chiede giustizia, il suo è un grido di dolore verso una società sempre più sorda al grido d’aiuto da parte delle donne che la società stessa etichetta come fascia debole. Bene, a quanto pare, però, può essere encomiabile la forza di donne come questa madre che pur stressata dal parto e vivendo un così grande dolore, trova la forza nel suo grande amore di denunciare la prematura morte del suo bambino.

Se questa mamma fosse stata ascoltata quando lo richiedeva, forse questa morte come tante altre poteva essere evitata. Si spera che questa tragedia possa essere d’esempio per il prossimo futuro e che la denuncia e il grido di dolore di questa mamma possa diffondere coraggio nelle tante donne che vivono situazioni simili ma che lottano con la paura di denunciare perché solo trovando il coraggio di farlo, in un lontano futuro si può sperare di vivere in una società più giusta.

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