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Concerto di Vasco ad Imola, apertura affidata ai ragazzi di “Ologramma”

a cura di Francesca Citro e Graziano Concilio

Il gruppo costituito da ragazzi con disabilità e musicoterapeuti sarà al concertone del Kom.

Dopo il concertone di Trento, Vasco Rossi approda ad Imola. Ad arricchire l’appuntamento bolognese ci sarà anche una presenza speciale. Ad aprire il concerto sarà il gruppo musicale modenese Ologramma composto da ragazzi con disabilità e musicoterapeuti.

IL PROGETTO OLOGRAMMA

Nato nel 2010 dalla collaborazione di due Centri a Modena si pone l’obiettivo di un intervento di integrazione tra musicoterapisti, allievi in età scolare e ragazzi diversamente abili che con voci e strumenti presentano un coinvolgente repertorio musicale che va dal classico, al jazz fino al moderno. Negli ultimi anni questi ragazzi si sono fatti conoscere sempre più in Italia raggiungendo il Vaticano e quindi cantando per Papa Francesco.

L’emozione dei ragazzi è tanta, il concerto si terrà tra due giorni ad Imola.

Prima del Covid i ragazzi avevano preso le esibizioni come un rito per ricordare i 300 militari diversamente abili uccisi durante la seconda guerra mondiale.

RIFLESSIONE PERSONALE

Cari lettori quella che avete appena letto secondo me può essere considerata una bella storia d’inclusione per i diversamente abili che ancora oggi lottano non solo con le loro difficoltà ma soprattutto come persone con tutto il diritto di essere trattati alla stregua di coloro che la stessa società definisce normali.

Ma come spiegare il concetto di normalità e di diversa abilità in una società poco incline all’accettazione di qualcosa di nuovo?

Se vi pongo questa domanda lo faccio perché in realtà il concerto di Vasco, del quale parlo nel pezzo, si è già tenuto eppure il tempo verbale per parlare della notizia è il futuro.

Perché? Semplice distrazione o c’è qualcosa di più? Quanto realmente la società è pronta ad includere ragazzi diversamente abili?

Vi lascio con questi interrogativi sperando di farvi riflettere su quanto realmente la società è pronta e ben disposta ad accogliere. Se le persone non imparano a parlare meno con il pregiudizio e di più con il cuore non si potrà mai parlare di una vera inclusione.

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