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Sesshō-seki, il mito della “pietra assassina” tra leggenda e realtà

di Luca Consiglio

Il Sesshō-seki lett. “Pietra Assassina” è una pietra presente nelle montagne vulcaniche di Nasu a 190 km a nord di Tokyo, un’area della prefettura di Tochigi, in Giappone, famosa per le sorgenti termali sulfuree. Nella mitologia giapponese, si dice che la pietra uccida chiunque vi entri in contatto.Si crede che la pietra sia nata dalla trasformazione del cadavere di Tamamo-no-Mae, una bella donna che era in realtà una kitsune, yōkai del folklore giapponese. Ella lavorava per un malvagio daimyō che complottava di assassinare l’Imperatore Konoe e di prenderne il trono. Ma, come narrato nell’Otogizōshi, quando la donna-volpe fu uccisa dal famoso guerriero Miura-no-suke, il suo corpo divenne il Sesshō-seki.
Però, il Sesshō-seki era perseguitato da Hoji, un’altra reincarnazione di Tamamo-no-Mae; fino a quando il monaco buddhista Genno, dopo essere stato minacciato da Hoji, non eseguì dei riti per la purificazione della sua anima. Alla fine Hoji cedette a Genno e lasciò Sesshō-seki. Registrata come punto panoramico nazionale nel 1957, è stata per molti anni un luogo misterioso, fungendo da collegamento tangibile al mito della volpe a nove code.
La roccia è stata venerata e temuta nel corso degli anni e quando i visitatori del sito hanno scoperto che la massiccia pietra di Nasu si è spaccata è partito il tam tam in rete con teorie sulle possibili conseguenze catastrofiche del rilascio di un demone così potente. Mentre molti online temevano che la pietra rotta fosse un presagio di morte, altri hanno sottolineato che la roccia dovrebbe essere già stata esorcizzata dal monaco del XIV secolo Genno Shinsho, che divise il grosso masso in pezzi più piccoli, alcuni dei quali precipitarono verso altre aree, lasciando questa al suo posto.
Altri che erano stati sul posto negli ultimi anni hanno anche affermato di aver visto crepe visibili nella roccia, che potrebbero aver consentito all’acqua piovana di penetrare nella struttura, indebolendola e spaccandola così a metà; ciò è accaduto il 5 marzo 2022. A questa tesi sono giunti alcuni geologi che si sono recati sul posto per prendere visione delle condizioni in cui versa la misteriosa pietra.

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