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RITRATTI: Giulio Regeni, un ragazzo in attesa di giustizia…

di ALESSIA TROVATO

Giulio Regeni, un giovane in attesa di giustizia. Ci sono storie che non puoi scrivere se non con un pizzico di indignazione, la storia di Giulio Regeni è una di quelle. Il mio modestissimo ritratto vuole rappresentare una sorta di riscatto per quei valori in cui Giulio credeva: dignità, integrità morale professionalità, e amore per la vita. Una vicenda che a distanza di 6 anni ancora ricerca giustizia, la famiglia Regeni attende di sapere in che circostanze sia morto il proprio figlio.

Ma ripercorriamo la vicenda tracciando un breve ritratto. Una vita dedicata alla passione per il giornalismo e poi alla ricerca, professione che lo aveva  portato lontano. Giulio Regeni, classe 1988 nasce a Fiumicello, una ridente cittadina in provincia di Udine. Conseguita la maturità classica decide di approfondire gli studi universitari all’estero, si laurea con profitto prima all’università di Oxford poi nel New Mexico in America, e infine si scrive a Cambridge dove stava concludendo il suo dottorato. Il Medio Oriente l’ha sempre affascinato e così decide che per preparare la sua tesi è necessario recarsi al Cairo, stupenda ma martoriata terra d’Egitto.
Regeni lavora per un’organizzazione per lo sviluppo dei sindacati indipendenti. Il ricercatore pochi mesi prima aveva scritto degli articoli attraverso i quali denunciava la situazione critica in cui versava il Paese. Ricerche approfondite, dettagliate che riportavano probabilmente delle informazioni riservate sulle attività illecite compiute dalle autorità egiziane. Ma cosa aveva scoperto e perché il governo italiano non è intervenuto prima in sua difesa? Il ricercatore friulano è scomparso il 25 gennaio ed è stato ritrovato ucciso una settimana dopo, il 3 febbraio 2016, davanti alla prigione di piazza Tahrir.

Dopo la sua morte i genitori hanno fondato un’associazione “Verità per Giulio”, tante le iniziative promosse per richiedere la verità, in molte città italiane è stata inaugurata una panchina gialla in memoria del ricercatore friulano. Anche Salerno lo scorso 18 febbraio ha inaugurato la panchina per ricordare l’impegno sociale di Giulio, l’iniziativa è stata promossa da Il Villaggio di Esteban per celebrare il proprio 25esimo anno di attività sul territorio alla presenza dell’assessore alle politiche sociali Paola De Roberto e delle autorità presenti. Il presidente della cooperativa sociale promotrice dell’evento, Carlo Noviello ha affermato: “Noi il giorno del nostro 25esimo anniversario abbiamo deciso non di autocelebrarci ma di celebrare la figura di Giulio Regeni attraverso questa panchina gialla disegnata dall’artista Green Pino dov’è è dipinto l’albero della vita che rappresenta la rinascita. Noi speriamo che il suo operato non venga mai dimenticato e che sia fatta giustizia”. Anche l’assessore Paola De Roberto ha espresso soddisfazione per l’iniziativa e complimentandosi per l’operato del Villaggio di Esteban, ha auspicato di assistere ad altre iniziative che promuovono il sociale, anche l’artista Green Pino ha espresso soddisfazione per l’iniziativa e si è detto orgoglioso di aver realizzato un’opera così importante e significativa per ricordare un giovane che nessuno dimenticherà, Giulio Regeni.

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