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RITRATTI: Nadia Toffa, una Iena che voleva dare voce a chi non ne ha

di ALESSIA TROVATO 

Nadia Toffa, giornalista e conduttrice delle “Iene”, si esponeva in prima persona nelle inchieste più complicate da condurre: dalle truffe perpetrate dalle farmacie ai danni del sistema nazionale sanitario, all’inquinamento ambientale, allo smaltimento dei rifiuti. Grazie all’inchiesta sulla prostituzione minorile, nella periferia di Bari, condotta insieme al collega Marco Fubini, vincerà il premio Luchetta .

La sua è stata una breve esistenza condotta all’insegna della gioia di vivere, nonostante la malattia e tutte le difficoltà che ha dovuto affrontare.

Nasce a Brescia il 10 Giugno 1979, dopo aver completato gli studi al liceo classico, si laurea all’Università di Firenze, discutendo una tesi sulla “ Storia della chiave iconografica di San Pietro”.

Le prime esperienze lavorative, presso l’emittente romagnola Telesanterno, la aiutano ad entrare nel mondo televisivo giornalistico.

Infatti dopo un periodo, durato quattro anni, viene contattata dall’emittente Rete Brescia, che la recluta, affidandole i primi incarichi di prestigio, che, successivamente nel 2009, la vedranno approdare alle Iene, diventandone una inviata. Così come tutti i colleghi della redazione, viene definita una giornalista scomoda.

Non aveva timore, neanche, di raccontare il suo percorso.

Infatti, dopo, aver subito un intervento, ed essersi sottoposta alle cure per sconfiggere il tumore che l’aveva colpita, ritornò alle Iene.

Con emozione ed estrema spontaneità e sincerità, raccontò: “ho avuto un cancro”.

Ringraziò i telespettatori per l’affetto ricevuto e si raccontò senza veli.

Oltre alle Iene, l’irriverente “Nadia “, ha condotto, un altro programma “ Open Space”, un talk show in quattro puntate, dove poneva a confronto, personaggi del mondo della televisione, politica, e molto altro.

Nel suo libro dal titolo – Fiorire d’inverno- , la Toffa, racconta un viaggio introspettivo, e tutta la sua sofferenza ed il desiderio di mettersi a nudo dopo aver affrontato quei duri mesi in ospedale.

Non fate i bravi – è il titolo provocatorio del secondo libro scritto di notte, nel periodo della  ricomparsa della malattia della giovanissima giornalista, in quanto non riuscendo a dormire , scriveva, per poi, non dimenticare nulla di ciò che le veniva in mente in quei momenti. Chiese alla madre, di pubblicare il libro, e di devolvere tutti i proventi derivati dalla vendita, in beneficenza

Nel 2019, in seguito alla sua tragica scomparsa, nasce per volontà della famiglia la Fondazione Nadia Toffa, che porta il suo nome. La finalità della struttura è quella di  dare un aiuto concreto a chi ogni giorno lavora per migliorare la salute e la vita delle persone più deboli e indifese, perseguendo i valori di solidarietà e ricerca della verità di cui la guerriera è sempre stata simbolo e per i quali si è battuta in vita.

 

“Non importa quanto vivi , ma come vivi…”.

 Nadia Toffa

 

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