AttualitàUltime News

IL NOSTALGICO. Un gigante della letteratura argentina, Jorge Luis Borges

a cura di Antonio Raimondi

Oggi per il nostalgico rammentiamo la nascita 122 anni fa di un gigante della letteratura dell'Argentina, nobile seconda patria del popolo italiano:

Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo noto semplicemente come Jorge Luis Borges ( Buenos Aires, 24 agosto 1899 – Ginevra, 14 giugno 1986) è stato uno scrittore, poeta, saggista, traduttore, filosofo e accademico argentino.

Le opere di Borges hanno contribuito alla letteratura filosofica e al genere fantastico. 
Il critico Ángel Flores, primo ad utilizzare l'espressione "realismo magico" per definire quel genere che intende rispondere al realismo e al naturalismo dominante del XIX secolo, considera come inizio di tale movimento la pubblicazione del libro di Borges Storia universale dell'infamia (Historia universal de la infamia).

È ritenuto uno dei più importanti e influenti scrittori del XX secolo, ispirato tra gli altri da Macedonio Fernández, Rafael Cansinos Assens, dalla letteratura inglese (Chesterton, Kipling, Stevenson, Wells, De Quincey, Shaw), da quella tedesca (Schopenhauer, Heine, Kafka) e dal taoismo. 
Narratore, poeta e saggista, è famoso sia per i suoi racconti fantastici, in cui ha saputo coniugare idee filosofiche e metafisiche con i classici temi del fantastico (quali: il doppio, le realtà parallele del sogno, i libri misteriosi e magici, gli slittamenti temporali), sia per la sua più ampia produzione poetica, dove, come afferma Claudio Magris, si manifesta "l'incanto di un attimo in cui le cose sembra stiano per dirci il loro segreto".

Oggi l'aggettivo «borgesiano» definisce una concezione della vita come storia (fiction), come menzogna, come opera contraffatta spacciata per veritiera (come nelle sue famose recensioni di libri immaginari, o le biografie inventate), come fantasia o come reinvenzione della realtà.

Nel 1923, Borges pubblicò il suo primo libro di poesie, Fervore di Buenos Aires (Fervor de Buenos Aires), in cui si prefigurava, come disse lo stesso Borges, tutta la sua opera successiva.

Più tardi scrisse, tra le altre pubblicazioni, nella rivista Martín Fierro, una delle riviste chiave della storia della letteratura argentina della prima metà del XX secolo. 
Nonostante la sua formazione europeista, Borges rivendicò con le tematiche trattate le sue radici argentine, e in particolare "porteñas" (cioè di Buenos Aires), nelle opere come Fervore di Buenos Aires (1923), Luna di fronte (Luna de enfrente) (1925) e Quaderno San Martín (Cuaderno de San Martín) (1929).

Sebbene la poesia fosse uno dei fondamenti della sua opera letteraria, il saggio e la narrativa furono i generi che gli procurarono il riconoscimento internazionale. 
Dotato di una vasta cultura, costruì un'opera di grande solidità intellettuale sull'andamento di una prosa precisa e austera, attraverso la quale poté manifestare un distacco talora ironico dalle cose del mondo, senza per questo rinunciare al suo delicato lirismo. 
Le sue strutture narrative alterano le forme convenzionali del tempo e dello spazio per creare altri mondi di grande contenuto simbolico, costruiti a partire da riflessi, inversioni, parallelismi. 
Gli scritti di Borges prendono spesso la forma di artifici o di potenti metafore con sfondo metafisico.

Borges ricevette una gran quantità di riconoscimenti. Tra i più importanti: il Premio Nazionale di Letteratura (1957), il Premio Internazionale degli editori (1961), il premio Formentor insieme a Samuel Beckett (1969), il Premio Miguel de Cervantes insieme a Gerardo Diego (1979) e il Premio Balzan (1980) per la filologia, linguistica e critica letteraria. Tre anni più tardi il governo spagnolo gli concesse la Grand Croce dell'Ordine civile di Alfonso X il Saggio.

(ES)
«Soy ciego y nada sé, pero preveo
que son más los caminos»

(IT)
«Sono cieco e ignorante, ma intuisco
che sono molte le strade»

Borges ha lasciato la sua grande eredità in tutti i campi della cultura moderna, persino in quella pop, e molti sono gli scrittori che si sono ispirati alle sue opere.
Tra questi ci sono scrittori come Julio Cortázar, Italo Calvino, Osvaldo Soriano, Umberto Eco, Leonardo Sciascia, John Barth, Philip K. Dick, Gene Wolfe, Paul Auster, Roberto Bolaño, Zoran Živković, e Carmelo Bene.

Inoltre Borges ha influenzato anche autori di fumetti come Alan Moore e Grant Morrison (che lo cita indirettamente in un episodio della "Doom Patrol"), cantautori come Francesco Guccini, Roberto Vecchioni ("Il miracolo segreto", ispirato all'omonimo racconto di Borges), Giorgio Gaber ("Io se fossi Dio", col riferimento alla "superstizione della democrazia") ed Elvis Costello, e artisti come Luigi Serafini, autore del "Codex Seraphinianus". 
Egli, come lo stesso filosofo francese afferma nella prima prefazione del testo, ispirò anche "Le parole e le cose", uno dei più grandi capolavori di Michel Foucault.

Umberto Eco, nel romanzo Il nome della rosa dà il nome di Jorge da Burgos a uno dei personaggi, bibliotecario cieco, chiarendo poi (nelle "postille") che il nome va riferito esplicitamente a Borges.
Please follow and like us:

Comment here