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Il Giorno della Memoria e il dovere di ricordare…

di FEDERICA FASULO

Ieri non è stato un giorno qualsiasi. E’ stato il giorno in cui si ricorda la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz ad opera delle truppe dell’Armata Rossa. Una ricorrenza istituita nel 2005 durante la 42 esima riunione plenaria dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. In Italia, tuttavia, celebrata dall’inizio degli anni 2000. Una celebrazione per non dimenticare, e non è una semplice frase fatta. È importante ricordare gli atti e le conseguenze orribili della Seconda Guerra Mondiale per far sì che le generazioni future non possano essere accecate dall’odio. Da folli ideologie quali la disparità di razza, di genere.

Queste idee che hanno preso il sopravvento e hanno raggiunto l’apice con la Seconda Guerra Mondiale che ha comportato una cifra che oscilla tra i 60 e 68 milioni di morti tra civili e militari. “Fino a quando il colore della pelle sarà più importante del colore degli occhi ci sarà sempre la guerra”, diceva Bob Marley.

Sugli orrori del secondo conflitto mondiale, ogni anno, il settore artistico (nella sua più ampia accezione che va dalla cinematografia alla scrittura), produce nuove idee per ricordare.

Tra i film consigliati si ha “Il bambino con il pigiama a righe”, un film straordinario che racconta l’amicizia innocente e pura tra due bambini. Uno dei due, è figlio di un comandante tedesco di un campo di concentramento, l’altro un bambino ebreo rinchiuso nel campo stesso. Altro capolavoro cinematografico che ha vinto circa 40 premi internazionali “La vita è bella”. Un film che non ha bisogno di presentazioni. Bisogna solo sottolineare la forza di Guido (interpretato da Roberto Benigni, regista del film celebrato anche agli Oscar), un padre che per proteggere il figlio dagli orrori che lo circondano, racconta di trovarsi in un gioco.

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