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Crisi Russia-Ucraina, l’appello del Papa e la risposta di Kiev

di Antonio Zito

L’intervista del Papa di pochi giorni fa in cui si augurava che Kiev alzasse per prima la bandiera bianca per un tentativo di pace serio , ha provocato varie reazioni. Da prima c’è stata quella ufficiale del ministro degli esteri ucraino Dmitro Kuleba su X in cui ha specificato che l’unica bandiera che può sventolare l’Ucraina è quella gialla e blu della nazione e non certo quella bianca . Prima di lui l’ambasciata ucraina presso la Santa Sede aveva pubblicato sui social un comunicato nel quale sottolineava che quando si temporeggiò con Hitler nel 1939 si fece male e quindi sarebbe un errore temporeggiare con Putin adesso. Gli hanno fatto eco sui social e sui giornali vari esponenti della diplomazia internazionale tra cui il ministro degli esteri francese che ha detto che Mosca parla solo il linguaggio dei rapporti di forza. Nonostante ciò questa è la prima proposta seria che fonte autorevole abbia fatto fino ad ora. Infatti è comprensibile che con l’appoggio esterno del mondo occidentale unito l’Ucraina non sarebbe sola negli eventuali trattati di pace e questo potrebbe favorire una pace duratura. Bisogna probabilmente avere la mente aperta a nuove soluzioni che tengano in debito conto dell’equilibrio mondiale e dei rapporti di forza tra est e ovest.Un tentativo perciò andrebbe fatto come ha detto il Papa aldilà delle politiche di potenza del vecchio imperialismo storicamente conosciuto. Tale divisione del mondo è un fatto nuovo e perciò può essere il momento di scelte coraggiose.

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