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IA, un’occasione per diminuire il disagio della disabilità intellettiva o fisica?

di LORENZO SERGIO

L’intelligenza artificiale (IA), è l’abilità di una macchina di mostrare capacità umane, come il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività; permette di capire e, mettersi in relazione con quello che percepisce e risolvere problemi, agendo verso un obiettivo specifico. Parliamo quindi, di un computer che riceve i dati (già preparati o raccolti tramite sensori, come una videocamera), che li processa e risponde. Cosa molto interessante!

Ci sono ricercatori mondiali, esperti del settore, che hanno messo in evidenza, la rivoluzione avvenuta in molti settori economici, finanziari, etici, ma anche nel quotidiano personale lavorativo di ogni uomo. E’ evidente che nessuno può opporsi, se una tecnologia emergente, è usata per scopi benefici, in campo biomedico o farmacologico, però si denota, allo stesso tempo una mancanza di regolamentazione su una tecnologia così invasiva, che potrebbe portare gli uomini ad abituarsi ad utilizzare questi algoritmi nel loro lavoro quotidiano.

E’ proprio notizia di oggi, che è stata quotata in borsa, a Wall Street, una nona società, che ha investito in un nuovo modello di supercomputer basato sull’intelligenza artificiale, Nvidia, i cui clienti Google, Meta e Microsoft, pensano di usare come nuovi strumenti per monitorare la sicurezza su internet, simulare nuovi scenari per i cambiamenti climatici, fino a creare videogame realistici dove vi sono personaggi in grado di cambiare discorso e modalità di atteggiamento, con i giocatori a seconda del contesto in 3D.

Alla luce di tutto questo, spero che vi siano piani strategici per persone come me che vedono positivamente questa rivoluzione, diminuendo il disagio della disabilità intellettiva e fisica con l’uso corretto di questa tecnologia.

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