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Diffamazioni e polemiche social, la Rai bacchetta i giornalisti

di Antonio Zito

La lotta per il controllo delle reti pubbliche che si verifica puntualmente all’inizio di ogni nuova legislatura non avviene senza motivo,
infatti vari avvenimenti che sono di attualità sui giornali sia elettronici che cartacei ce lo dimostrano. Per esempio la vicenda di Filippo
Facci che si è vista rifiutata la sua collaborazione alla seconda rete RAI per il suo programma “I facci vostri” che avrebbe dovuto iniziare
a settembre e solo per un commento irriguardoso nei confronti del figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa, per le note vicende giudiziarie che stà affrontando in questo periodo. Come pure per le proteste ai mondiali di nuoto e in particolare per i tuffi
dove pure molti telespettatori hanno protestato per i commenti razzisti e sessisti con i quali i telecronisti hanno commentato le gare, e puntualmente si è aperto un provvedimento disciplinare della RAI contro di loro. Quello che viene a questi giornalisti contestato in questi due casi è la volgarità nei commenti nel primo caso per la delicatezza della situazione e non per il cognome in questione , La Russa in particolare.

Chi ricorda la vicenda del figlio di Beppe Grillo abbastanza simile, sa che in quel caso si è avuto molto rispetto per gli indagati da parte delle forze politiche opposte nonostante la notizia giornalistica. Mentre invece nel secondo caso si è sceso ovviamente molto in basso con il cattivo gusto. Queste storie rivelano però l’importanza della libertà di informazione che almeno da noi sembra abbastanza mantenuta, non è infatti verosimile che in questi casi questa libertà sia stata calpestata. Naturalmente la vigilanza anche nei paesi democratici si può ben comprendere è decisiva e da come si può vedere nei nostri tempi addirittura di possibile invadenza
dell’inteligenza artificiale nel mondo dell’informazione quanto mai attuale.

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