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PAPERBOY IN MUSIC: Giorgio Gaber, il padre del “Teatro Canzone”

di RICCARDO ANNUNZIATA

Giorgio Gaber è stato un cantautore, drammaturgo, attore, cabarettista, chitarrista, e regista teatrale italiano, tra i più importanti dello spettacolo e della musica italiana del secondo dopoguerra. Venne soprannominato il signor G dai suoi estimatori. Utilizzando per lo più strumenti costruiti da Carlo Raspagni è stato un chitarrista di valore.

E’ stato tra i primi interpreti del rock and roll italiano alla fine degli anni cinquanta, nonché autore e attore teatrale, diventando un precursore del genere del teatro canzone. E’ uno tra gli artisti con il maggior numero di riconoscimenti da parte del club Tenco, con due targhe e un Premio Tenco. I genitori di Giorgio Gaber si conobbero e si sposarono in Veneto e in seguito si trasferirono per migliorare la loro condizione. Suo padre, Guido Gaber è impiegato, la mamma Carla Mazzoran è casalinga ed il fratello maggiore di sei anni, di nome Marcello ha compiuto gli studi di geometra e ha suonato la chitarra per diletto. Lo stato di salute di Giorgio è cagionevole. Si ammalò due volte di poliomelite durante l’infanzia. Il primo attacco ha colpito il braccio sinistro e gli ha procurato una lieve paralisi alla mano, verso gli otto-nove anni. Il padre gli ha regalato una chitarra affinchè eserciti le dita con piacere, non come una costrizione. Gaber, da adulto ha detto: “Tutta la mia carriera nasce da questa malattia”. I suoi chitarristi modello ( Barney Kessel, Tal Farlow e Billy Bauer) erano Jazzisti statunitensi. Non ha pensato ancora a cantare da adolescente, era essenzialmente uno strumentista. Si è diplomato ragioniere nel 1958.

E’ partito in estate per Genova dove ha trascorso la stagione estiva suonando nei locali in un trio basso-chitarra-pianoforte con Tenco, sperimentando per la prima volta le sue doti di cantante. Si è iscritto all’Università Bocconi di Milano, mantenendosi gli studi con il lavoro da chitarrista e cantante dei “Rocky Mountains” al Santa Tecla. Le canzoni di Giorgio Gaber sono: “Da te era bello restar”, “Buonanotte tesoro”, “Dimmi chi sei”, “Priscilla”, “Desidero te”, “Rock della solitudine”, “Non arrossire”, “Grazie tante”, “Il Riccardo” col celeberrimo ritornello “Ma per fortuna che c’è il Riccardo che da solo gioca al biliardo non è di grande compagnia ma è il più simpatico che ci sia ma per fortuna che c’è il Riccardo che da solo gioca al biliardo non è di grande compagnia ma è il più simpatico che ci sia”, “Io se fossi Dio” e tante altre.

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