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Politica, Giorgia Meloni fra “toto-ministri” e governo del Paese

di Antonio Zito

L’analisi del voto delle elezioni del 25 settembre dimostra che l’elettorato italiano è ormai divenuto più mobile , gli “zoccoli duri”, cioè i seguaci di ferro che votavano fissi per un’idea, sono sempre di meno. Le zone rosse, bianche, nere non sono più così marcate, ma sono state sostituite da colori che il filosofo Diego Fusaro su giornali , social, e televisione definisce come zone schierate ormai in alto e in basso, per lui cioè il cambiamento oggettivamente con qualsiasi risultato è sempre meno marcato. Le scelte politiche però nelle dichiarazioni dei politici hanno pesato. Ne è la prova il successo del partito della Meloni che con le promesse pre-elettorali accese di blocco navale, abolizione del reddito di cittadinanza, sembra aver galvanizzato l’elettorato moderato e conservatore,come pure il Movimento 5 stelle che per motivi opposti ha mantenuto gran parte dei voti di 5 anni fa. Un elettorato più moderato sembra aver votato per il PD date le promesse più moderate fatte durante la campagna elettorale. Lo stesso si può dire dei partiti che si definivano di centro propugnando un ritorno di Draghi al governo. e’ di questi giorni la notizia dell’elezione di La Russa e Fontana a presidenti di Senato e Camera che sancisce il successo del centro-destra anche se già segni di disgregazione inerna alla maggioranza si sono presentati durante l’elezione.
Il banco di prova della maggioranza sarà ora l’opera della Meloni che per prima cosa cercherà di convincere gli elettori che non l’hanno votata.

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