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Il Dio del Mare: il mito di Poseidone

di LUCA CONSIGLIO

Gli antichi ritengono fosse quinto della divina discendenza degli antichi dei. Dominatore del mare pari per importanza a suo fratello Zeus, Poseidone (o Nettuno per i romani) dio delle acque, al cui culto erano sacri i cavalli. In principio fu la guerra combattuta da Zeus con i suoi fratelli Poseidone ed Ade. Quando il regno degli olimpici fu al sicuro dalle forze oscuro che avevano osato minacciarlo da vicino, i tre divini fratelli si divisero il mondo. Zeus fu sovrano degli immortali e del mondo con tutte le sue creature e gli fu consacrato il regno dell’aria, ad Ade , l’oltretomba e a Poseidone il mare. Così ognuno dei tre fratelli ebbe giusto riconoscimento alla propria regale divinità.

Subito Poseidone nelle profondità marine, al largo della regione di Eubea, creò il suo maestoso palazzo dalle enormi torri rivestite d’oro che il tempo mai potrà devastare. Creò Poseidone il proprio cocchio reale tirato da magici cavalli marini dalle criniere d’oro e da pesanti zoccoli di bronzo capaci di volare sul mare come nei cieli. Quando il cocchio esce dalla profondità fino ad ascendere alla luce e volare sulle onde spumeggianti, le acque si aprono in reverente saluto al passaggio del loro signore, e le creature e i mostri marini accompagnano con loro nuoto maestoso come in reale corteo il passaggio di Poseidone: signore delle acque.

Dopo aver preso possesso del suo regno, Poseidone pensò di scegliere una sposa adatta a lui per regale dignità e discendenza. La scelta cadde così sulla nereide Teti. Tutto era pronto per le nozze e c’era gioia in tutta la famiglia degli immortali ma a causa di un’ arcana profezia venuta a conoscenza da parte di Poseidone secondo la quale il figlio generato da Teti sarebbe divenuto per fama e importanza dello stesso genitore e così rinunciò alle nozze. Dopo questo fatto il dio fu preso da grande sconforto e rimase solo per molto tempo ma la speranza si riaccese quando incontrò Anfitrite ma la nereide all’inizio non ne volle saperne di sposarlo e a lungo i messi reali cercarono di contrattare con regali e alla fine con l’aiuto di Delfino riuscirono a convincerla e dalla loro unione nacquero: Tritone, Rodo e Bentesecima. Purtroppo come suo fratello Zeus anche Poseidone era infedele alla sua sposa corteggiando altre fanciulle e terribile fu la vendetta della consorte contro Scilla che trasformò in mostro con un veleno nel suo lago. Ci fu un tempo in cui il signore dei mari divenne troppo ambizioso e tentò di conquistare l’Attica fallendo, ma in altri tempi ancora la gelosia contro il fratello fu talmente grande da ordire una congiura insieme a Febo ed Era ma la furia del signore dei cieli fu implacabile: si conosce solo la sorte toccata a Febo e Poseidone mandati a servire re Loamedonte allora re della città di Troia per un intero anno ma alla fine del loro castigo il re spezzante negò loro la libertà ma liberi oramai dagli oneri imposti da Zeus scatenarono la loro ira verso il re e il regno tanto che gli dei per sentirsi placati chiesero in sacrificio la bella Esione figlia del re ma grazie all’arrivo di Ercole che spazzò via il mostro mandato dagli dei la fanciulla si salvò.

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