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Raccontando Leonardo Sciascia e le contraddizioni della Sicilia

di Alessia Trovato

In letteratura, come sappiamo, moltissimi sono gli scrittori che narrano la propria regione, in un modo particolare. La Sicilia di Leonardo Sciascia nasconde delle piccole-grandi antitesi contrapposte. In tutto il suo percorso letterario, utilizza termini ricercati ed al contempo desueti.

Nel romanzo “ A ciascuno il suo “, Sciascia , racconta la storia di un farmacista molto conosciuto nel suo paese, il dottor Manno, appassionato di caccia che proprio nel giorno dell’apertura, viene ucciso insieme all’amico medico dottor Roscio. Il protagonista, riceve una lettera intimidatoria scritta con i caratteri di un giornale, ma credendo che si trattasse di uno scherzo, non gli attribuisce il giusto peso. Gli inquirenti, ritengono che sia vittima di una vendetta relativa ad una presunta relazione del farmacista con una cliente dell’attività, che si recava spesso ad acquistare farmaci per il fratello di salute cagionevole. A smentire questa tesi, ci  prova il professor Laurana, stimato docente del piccolo borgo, che nota all’interno della lettera intimidatoria, il termine unicuique, frase che apre la prima pagina del quotidiano L’Osservatore Romano.

Inizialmente, le voci di paese si alternano su ipotesi differenti. La tesi predominante, che trova conforto anche nelle ipotesi della locale polizia, è che il povero farmacista, essendo coniugato con una donna, sicuramente poco attraente, si fosse guardato intorno, ed avesse intrecciato una relazione extraconiugale. Invece , la realtà era completamente differente, il farmacista ucciso sol perché in compagnia del dottor Roscio, reale bersaglio dell’assassino. Il dottor Roscio, scopre la relazione della moglie con il cugino, avvocato Rosello, e incontrato quest’ultimo, gli intima  di interrompere la relazione, e che qualora non lo avesse fatto, avrebbe reso pubblici tutti i suoi poco leciti armeggi, con politici ed affaristi. L’avvocato per tutta risposta, ingaggia dei sicari che lo uccidono.

Il docente, scopre tutta la verità, viene sedotto dalla vedova Roscio, al fine di eliminarlo e di eliminare ogni prova che li potesse incriminare entrambi. Il romanzo si conclude con il matrimonio tra la vedova del dottor Roscio e il cugino avvocato Rosello. Pubblicato nel 1966, dopo l’uscita del celebre Il Giorno della Civetta ed il Consiglio d’Egitto, a questo seguiranno altri capolavori , sino al 1989, anno in cui muore.

Nato nel 1921, Sciascia, fu un giornalista, un saggista, un politico molto attivo e prolifico. Affrontò senza filtri l’argomento mafia che per il periodo storico a cui ci riferiamo, creo’ scalpore. Nel corso della sua intensa e stimolante esistenza, pubblicherà tanti saggi e racconti, dove con il suo linguaggio ricercato ed obsoleto, emozionerà il lettore portandolo ad una visione sicuramente meno astratta della realtà. Uomo , abbastanza particolare, non amava il telefono, pochi erano in possesso del numero. Amava viaggiare in treno, non amava la macchina e non aveva neanche la patente. Un uomo istrionico, acuto, che ha segnato la storia della sua terra.

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