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Goffredo Mameli, giovane protagonista del Risorgimento italiano

di ANTONIO RAIMONDI

Oggi 6 luglio, per la rubrica “Il nostalgico”, ricordiamo la scomparsa di una personalità chiave dell’identità nazionale italiana, infatti oggi parleremo di Goffredo Mameli dei Mannelli, meglio noto come Goffredo Mameli (Genova, 5 settembre 1827 – Roma, 6 luglio 1849), è stato un poeta e patriota italiano.

Annoverato tra le figure più famose del Risorgimento italiano, morì a soli 21 anni a Roma nel 1849, in seguito a una ferita infetta che si procurò durante la difesa della seconda Repubblica Romana.  È l’autore del testo de Il Canto degli Italiani, inno nazionale della Repubblica Italiana dal 1946. Nacque nell’allora Regno di Sardegna, a Genova nel sestiere del Molo, al civico 30 di via San Bernardo, da una nobile famiglia di origine sarda (per la precisione di Lanusei, nella regione dell’Ogliastra).

Fu istruito dapprima nelle Scuole Pie di Genova e poi nel collegio di Carcare in provincia di Savona; già ai tempi della scuola dimostrò il suo talento letterario, componendo versi d’ispirazione romantica, tra cui quelli intitolati “Il giovine crociato”, “L’amore”, “Il sogno della vergine”, “La vergine e l’amante”. Non ancora ventenne, fu autore delle parole del “Canto degli Italiani” (1847), più noto in seguito come “Inno di Mameli”, musicato da Michele Novaro, adottato un secolo dopo quale inno nazionale provvisorio della Repubblica Italiana nel 1946 e ufficialmente riconosciuto per legge quale inno nazionale della Repubblica nel 2017.

Durante l’assedio di Roma, l’ultimo atto della breve Repubblica Romana del 1849, fu ferito alla gamba sinistra durante l’ultimo assalto del 3 giugno a Villa Corsini, sul Gianicolo, occupata dai francesi. Quando Bertani vide per la prima volta la gamba di Goffredo Mameli era il 19 giugno e la gangrena era arrivata a quattro dita sotto al ginocchio, e dopo un consulto con Maestri e altri medici si decise di amputare. Nulla si poté fare comunque contro la sopravvenuta infezione, che peggiorò gradualmente fino a causare la morte per setticemia di Mameli il 6 luglio 1849, alle 7.30 del mattino, a 21 anni, nell’ospizio di Trinità dei Pellegrini.

 

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