di Sara Lepore
Sabato 1 novembre su Italia1 è tornato il primo capitolo di “Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo – Il ladro di fulmini”, diretto da Cris Columbus il regista dei primi due “Harry Potter”. Quando nel 2010 arrivò al cinema, Il ladro di fulmini si presentò come l’erede naturale di Hogwarts. Un ragazzo qualunque, un destino più grande di lui, un gruppo di amici e un mondo segreto da scoprire: gli ingredienti c’erano tutti. Solo che invece di bacchette e incantesimi, Percy Jackson doveva vedersela con dei greci, semidei e mostri mitologici. Un universo mitico trasportato nella modernità: i centauri vivono tra noi, il Monte Olimpo si trova sopra l’Empire State Building e l’Ade ha l’aspetto di una rockstar (interpretato da Steve Coogan). Il risultato fu un film spettacolare, ritmato, pieno di effetti visivi e personaggi larger than life.
Columbus è l’uomo che aveva portato sullo schermo il mondo di Hogwarts e ora si ritrovava a gestire un’altra scuola, quella per semidei, con un nuovo eroe destinato a salvare il mondo. Solo che questa volta mancava quel tocco di mistero e crescita che aveva reso Harry Potter un fenomeno mondiale. Percy Jackson è più ironico, più “americano”, meno introspettivo. Punta sull’azione e sull’avventura, con un tono più leggero e accessibile. Non a caso, il film incassò bene (226 milioni di dollari) ma non abbastanza da diventare un fenomeno globale. Il pubblico più giovane lo amò, gli adulti lo dimenticarono presto. Rivederlo sabato è stato un colpo al cuore. Forse perché nel frattempo le saghe fantasy si sono moltiplicate o forse perché l’idea di un eroe moderno figlio di un dio greco ha un fascino che non invecchia mai. Logan Lerman, giovanissimo e già carismatico, regge il ruolo con naturalezza. Alexandra Daddario e Brandon T. Jackson completano un trio d’avventura che funziona, anche se il copione semplifica troppo le complesse sfumature dei romanzi di Rick Riordan.
Oggi la saga di Percy Jackson vive una seconda vita grazie alla serie Disney+, più fedele ai libri. Ma rivedere il film del 2010 resta un modo per capire da dove tutto è cominciato: un esperimento ambizioso, imperfetto ma pieno di energia. Percy Jackson è un’altra idea di magia, più antica, più mitologica, che parla di padri assenti, responsabilità e destino. Forse non ha avuto la fortuna cinematografica del maghetto inglese, ma ha creato un mondo che continua ad affascinare una nuova generazione di spettatori.


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