di Antonio Zito
Oggi prendono il via i negoziati di pace per Gaza previsti dal piano di Trump a Sharm in Egitto ed è inutile dire quante aspettative nell’opinione pubblica mondiale questi colloqui rivestono. Hamas questa sera parteciperà al primo round di colloqui a Sharm e una delegazione israeliana è arrivata a Sharm verso mezzogiorno. La neutralità dell’Egitto è fuori di dubbio anche se negli anni ’70 ci fu una guerra contro Israele durante il governo di Sadat, ma ormai è passato tanto tempo e trovare un posto neutrale era difficile soprattutto per Hamas per motivi logistici ma anche per Israele per motivi politici.
Già circolano voci relative al rilascio degli ostaggi più anziani e bisognosi di cure, che dovrebbero essere rilasciati prima tra i 47 ancora prigionieri. D’altro canto l’esercito israeliano continua a sparare e a bombardare a Gaza contro frange di Hamas riottose all’accordo ma ormai i tempi se gli americani hanno visto giusto sono maturi per un accordo di pace.
Questa guerra per gli esperti e per gli ebrei più moderati rappresenta in realtà un “suicidio” per Israele nei tempi odierni da un punto di vista propagandistico. Si spera che il governo di Tel Aviv ne tenga conto come pure i terroristi di Hamas. A questi ultimi Israele ha comunicato che alcuni terroristi palestinesi colpevoli di sanguinosi attentati in Israele non saranno liberati in cambio degli ostaggi e per “particolari” di questo tipo la tregua rischia di ritardare.


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