di LUCA CONSIGLIO
Nel campo culinario molte sono le ricette passate alla storia per la propria unicità, uno di questi piatti è il filetto alla Wellington.
Tutti noi che siamo andati a scuola sappiamo che nel 1815 Napoleone è stato sconfitto a Waterloo e ciò decretò la fine dell’impero napoleonico da parte di Arthur Wellesley insieme al generale von Blucher. Arthur Wellesley ebbe grandi onori e fama e venne poi nominato Duca di Wellington.
Il duca era conosciuto per le sue capacità strategiche ma anche per il palato esigente e i gusti difficili. Sembra infatti che i cuochi al suo servizio non riuscissero mai ad accontentarlo, nonostante gli sforzi per creare piatti sofisticati. Uno dopo l’altro, vennero licenziati perché nessuna ricetta riusciva a stuzzicare l’appetito dell’eroe di guerra, poco interessato alla cucina e di certo non un grande goloso eppure, c’è stato un piatto in grado di conquistarlo e farlo ricredere sui piaceri della tavola: un arrosto in crosta che ricordava per colore e per forma i suoi stivali. Infatti stiamo parlando del celebre filetto alla Wellington, uno dei piatti più iconici della cucina inglese, reso famoso da Gordon Ramsey e apprezzato per la sua cottura particolare.
Il filetto alla Wellington così come lo conosciamo oggi è stato inizialmente reso famoso dalla cuoca e star americana Julia Child, che presentò il filetto di manzo in crosta francese, come “Filet of Beef Wellington” durante il suo programma TV “The French Chef”, nella puntata di capodanno del 1965. Da quel momento in poi la ricetta iniziò a comparire nei più importanti libri di cucina. Questo piatto ha bisogno di un filetto di carne che sarà ben salato avvolto da prosciutto crudo avvolto poi da una crema di funghi tritati e poi chiusa dalla pasta a sfoglia. Esternamente al piatto vi si poggia una salsa di vino rosso. Fidatevi questo piatto è ben più difficile da cucinare di quanto si pensi.
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