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Chiude a Salerno “Cartablù”, il tempio della carta pregiata e delle stilografiche

di Marinella Marino

Carta penne e oggetti rari: addio all’ultima bottega di Salerno. Dopo 35 anni il titolare Fabrizio Cardaci inerrompe l’atività. sono passati tanti anni , ma il fascino dell’inchiostro resiste alle moderne tecnologie. Anche se i negozi che commerciano prevalentemente penne, sono considerati una sorta di reperti storici, che hanno tanto da raccontare e ormai pochissimo da vendere.

Cosi’ anche Salerno, dopo la Casa della Penna, la Cartolibreria Manzo e la Cartaria, chiude il quarto tempio della penna, nato negli anni ottanta con tutta la passione di Fabrizio Cardaci, titolare, ancora per pochi giorni, di Cartablu’, una signorile bottega di penne e oggetti rari, dove ancora si respira profumo di carta e inchiostro. Fabrizio E’ un uomo massiccio, capelli e barba bianchi e animo tenero. Ha gli occhi lucidi, mentre impacchetta le sue creature messe in svendita prima che, il 31 gennaio, chiuda i battenti dopo 35 anni di attività. Quelle mura nel cuore di Via Roma a Salerno, che fanno angolo con il centro storico e l’antica Dogana Regia, hanno tanti ricordi. Vi sono passati i piu’ noti professionisti della città: notai, avvocati, architetti, giornalisti, alla ricerca della penna importante da regalare in un’occasione speciale o semplicemente di uno strumento che meglio esprimesse la bella grafia. Si, perchè la calligrafia, oggi, serve a ben poco. Sono i sistemi tecnologici a farla da padroni, in un mondo superveloce dove l’imperativo categorico è fare presto, risparmiare tempo.

Come apparso sulla rete in diversi siti d’informazione, la notizia ha già fatto il giro degli appassionati salernitani. E anche le dichiarazioni pubblicate sul web hanno commosso e fatto riflettere molto. “Ma poi tutto sommato, perchè andiamo cosi’ di fretta? – si chiede Fabrizio perplesso in una intervista – Io ho aperto questa attività da giovane, ho avuto a lungo un socio amico, Giovanni Di Blasi, che mi ha affiancato. Erano anni d’oro per il commercio, e insieme abbiamo vissuto una piacevole avventura. Giunta la crisi, lui si è stancato e mi ha lasciato da solo. Vivere per quasi tutta la giornata qui dentro è diventato, all’improvviso, faticoso. Non era piu’ la stessa cosa. Perchè si era spento l’entusiasmo”. E con questo importante sentimento, vanno via in pochi minuti le piu’ preziose marche di penne stilografiche e biro, pile di carta d’Amalfi o finemente decorata, oggetti in latta dal raffinato design. Va via una vita. E’ la sottile tristezza, simile alla rassegnazione, Ë la stessa che prende in questo primo mese dell’anno tutti gli altri negozi, dal centro alla periferia di Salerno, che aggiorni chiuderanno la saracinesca vinti piu’ che mai dalla stanchezza, dalle difficoltà. Tante. Troppe. Anche per chi, come Fabrizio, potrebbe scrivere il suo addio da commerciante in punta di penna. Con la malinconia di chi, tra i pochi, ha amato davvero il proprio lavoro.

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